2 pensieri riguardo ““Il tempo in pezzi”, la mia prima pubblicazione”

  1. Con grande coraggio in questo libro Ioanna ARSENAKI affronta due temi come il tempo e lo stress che hanno dato filo da torcere a filosofi e pensatori. Persino Sant’Agostino diceva “io so che cosa é il tempo , ma quando me lo chiedono non so spiegarlo” e anche lo stress è una percezione individuale difficilmente misurabile. Yanna ha usato un approccio pratico. In una società frenetica come la nostra “il tempo è diventato il bene più prezioso e la mancanza di esso alimenta le preoccupazioni di molte persone”, in altre parole, alimenta lo stress. Tutto questo va però riportato nella individualità di ciascuno di noi, nella percezione che ognuno di noi ha del tempo e dello stress. E quando questo equilibrio viene a mancare, quando tutto questo viene vissuto come disagio, ci indica un possibile rimedio nelle discipline orientali come il tai chi e soprattutto lo yoga.Quest’ultima non come moda passeggera, ma come stile di vita.
    Niccolò Machiavelli nel 1500 scriveva “chi non vuole scrivere ghiribizzi e sogni bisogna che riscontri le cose e nel riscontrarle va tempo”. Ecco, Yanna dovrebbe fare un ulteriore sforzo a completamento del suo lavoro, cercando di misurare il miglioramento che si può ottenere con queste discipline, magari in gruppi omogenei di persone. E’ un lavoro difficile, mai affrontato da nessuno ma lei ne ha capacità.
    Franco Cosmi

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  2. Ho molto apprezzato il libricino sia nella versione cartacea impreziosito dall’autografo della sua autrice, sia nella versione elettronica che non e’ possibile autografare, ma è molto comodo da avere sempre con se’. E’ facile constatare come ai nostri giorni si viva in un perenne stato di ansia e stress con la quasi certezza che il tempo a disposizione non sia sufficiente per tutto quello che la Societa’ pretende da noi o noi stessi ci proponiamo di fare; senza considerare poi il verificarsi di concatenazioni sfavorevoli di eventi che potrebbero portarci fuori controllo a compiere azioni lesive verso gli altri e/o verso se stessi, come purtroppo brutti fatti di cronaca stanno (purtroppo) frequentemente li’ ad ammonirci. In sostanza il libro sta a ricordarci che lo stress e il suo livello non e’ per nulla da sottovalutare e puo’ essere combattuto molto piu’ efficacemente con delle discipline orientali psicomotorie (es. Yoga) che con l’uso di psicofarmaci che hanno, come e’ facile immaginare, i loro spiacevoli effetti collaterali sull’organismo di chi li assume.
    Mi è sembrato di percepire una netta divisione in due parti del libro: la prima direi piu’… filosofica e la seconda piu’ tecnica con illustrazione di alcuni esercizi tipici dello Yoga e del “Tai chi”. Forse anche per la mia formazione scolastica liceale devo ammettere di aver apprezzato di piu’ la prima.
    Rimango comunque della mia opinione che, prima che venga rubato dagli altri, bisogna riprenderselo e difenderlo “il proprio tempo” e farne un uso il piu’ possibile rigenerativo.
    grazie, Yanna.

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